Ortopedia

Visita ortopedica della mano Dott.ssa Silvia Giordani

La Dott.ssa Silvia Giordani è Specializzata in Ortopedia della mano . Effettua visite ortopediche a Modena presso il Poliambulatorio MEGA.

PATOLOGIE TRATTATE:

  • Sindrome del tunnel carpale

  • Compressione nervo ulnare

  • Dito a scatto

  • Morbo di De Quervain

  • Sinoviti tendinee e articolari

  • Lesione del legamento triangolare (TFCC)

  • Cisti di polso o delle dita

  • Dissociazione scafo-lunata

  • Morbo di Dupuytren e tecnica all'ago

  • Rizoartrosi

  • Artrosi di polso: artrodesi e protesi

  • Ulna plus (Sauvè-Kapandji, Darrach)

  • Artrosi delle dita: artrodesi e protesi

  • Rottura estensore/dito a martello

  • Fratture e pseudoartrosi scafoide

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

La Sindrome del Tunnel Carpale è una patologia molto comune ed è anche di difficile comprensione. Negli ultimi anni, in effetti, si è scritto molto e molto è stato chiarito, ma non in modo esauriente.

I media hanno spesso suggerito che questa è una malattia professionale, poiché i lavoratori spesso lamentano dolore alla mano, soprattutto se eseguono attività ripetitive come può essere il lavoro di una catena di montaggio. Contrariamente all’opinione comune, questa condizione è difficilmente collegabile all’utilizzo di una tastiera. Comunque, se una persona è predisposta alla malattia, le attività ripetitive possono agevolare ed aggravare questa condizione patologica.

La sindrome del tunnel carpale consiste nella sofferenza da compressione del nervo mediano al polso. Questo tunnel è composto da pareti rigide più una struttura chiamata legamento trasverso del carpo.

Accanto al nervo e all’interno di questo tunnel scorrono nove tendini che servono a flettere le dita. Quando la guaina che ricopre questi tendini si infiamma, si riduce lo spazio all’interno del canale e il nervo viene compresso. Questa compressione del nervo mediano porta ai sintomi della sindrome del tunnel carpale.

I sintomi sono intorpidimento e formicolio nella mano spesso di notte, dolore e mancanza di forza nella mano, soprattutto nel pollice. Inoltre se la malattia persiste da lungo tempo (anche anni) si può avere l’atrofia dei muscoli alla base del pollice.

Accanto ai sintomi clinicamente evidenziabili, la diagnosi può essere confermata dallo studio sulla conduzione del nervo (EMG=elettromiografia). Questo studio misura la velocità e la latenza dell’impulso nervoso al polso e conferma o meno la compressione del nervo mediano stesso.

Questa patologia è più frequente tra le donne di mezza età e soprattutto nel periodo perimenopausale. Può anche essere causata da condizioni croniche come il diabete, la gotta o alterazioni della tiroide. È comune in donne al terzo trimestre di gravidanza; mentre se nessuna di queste condizioni è presente, la sindrome del tunnel carpale è idiopatica che significa dovuta a causa ignota.

Questa sindrome può essere associata a un processo infiammatorio cronico dei tendini flessori delle dita, comunemente detto “dito a scatto” (trigger finger) o a livello del polso e allora si parla di tenosinovite. Per esempio il Morbo di De Quervain provoca dolore a livello del polso alla base del pollice.

Se la sindrome è in uno stato iniziale il più semplice trattamento, senza uso di farmaci, è l’utilizzo di un tutore ortopedico durante la notte. Questo tutore permette al paziente di controllare il polso di notte poiché non è raro fletterlo ripetutamente durante i sogni. Ciò permette di limitare la pressione sul canale. I sintomi del resto sono amplificati durante la notte poiché la mano è allo stesso livello del cuore e ciò permette maggior afflusso di liquidi nei distretti periferici e di conseguenza un aumento della pressione.

Ci sono anche cambiamenti ormonali, di complicata spiegazione, che contribuiscono ad aumentare l’afflusso di liquidi durante la notte. Come rimedio a tutto ciò, alcuni autori ritengono che la Vitamina B-6 agisca come diuretico e diminuisca la presenza dei liquidi nel canale carpale, dando una riduzione dei sintomi.

Se la compressione è severa e il paziente non risponde a trattamenti conservativi, non resta che l’intervento chirurgico. Anche intorno alla chirurgia si dice molto e a volte a sproposito. La gente pensa che si potrebbe perdere l’uso della mano sottoponendosi all’intervento chirurgico; ma la verità è che la chirurgia da buoni risultati, se ben condotta.

L’intervento si basa su un concetto semplice: si divide quel legamento trasverso del carpo che fa da tetto al tunnel carpale. Questo permette un aumento dello spazio all’interno del canale e quindi al nervo mediano di funzionare meglio.

Il metodo chirurgico nel trattamento del tunnel carpale, che noi comunemente utilizziamo è chiamato “sindesmotomia”. Questa procedura prevede un’incisione di circa 3 centimetri alla base del polso attraverso la quale si giunge al legamento trasverso del carpo e lo si seziona. Con questa tecnica, i tessuti molli vengono danneggiati in minima parte e perciò il dolore post-operatorio, se c’è, è minimo. Ciò permette anche di tornare alle normali attività quotidiane molto velocemente.

I risultati a lungo termine di questa tecnica sono eccellenti. Il paziente può lamentare dolore nel palmo della mano quando solleva un peso per lungo tempo, ma d’altro canto ci sono minime complicanze e/o dolore dopo l’intervento.

Questa sindrome in conclusione è di agevole diagnosi e trattamento; perciò quando hai dolore alla mano, non attendere ma rivolgiti ad uno specialista, poiché si tratta di una patologia che necessita della valutazione di un chirurgo specializzato su questi problemi e la conferma tramite lo studio di conduzione del nervo è consigliabile.

DITO A SCATTO

Per Trigger Finger, meglio conosciuto come Dito a Scatto, si intende l’infiammazione cronica dei tendini flessori delle dita della mano associata ad un restringimento del canale lungo cui scorre il tendine stesso (puleggia).

Si tratta di una delle malattie più comuni della mano e può essere associata alla Sindrome del Tunnel Carpale poiché i fattori di rischio sono sovrapponibili almeno in parte. Colpisce principalmente il pollice, il dito medio e/o l’anulare. Si presenta, inizialmente, come un dolore del palmo della mano associato ad una limitazione della funzionalità del dito interessato; successivamente il dolore si irradia a tutto il dito, potendo provocare, nel tempo, una ridotta motilità che può evolvere in artrosi dell’articolazione inter-falangea prossimale.

Il paziente può avere la sensazione di una pallina sottocutanea o di uno “scatto” sul palmo della mano. È questa una fase (“triggering”) nella quale si può eseguire una infiltrazione che io consiglio con acido jaluronico. Questo diminuisce l’infiammazione dei tendini, determinando un benessere spesso momentaneo. L’infiltrazione risulta di semplice esecuzione e a mio parere, non va ripetuto per più volte soprattutto se ravvicinate nel tempo.

Se il triggering è di entità più severa e il paziente non risponde a trattamenti conservativi, non resta che l’intervento chirurgico. Anche intorno alla chirurgia si dice molto e a volte a sproposito. Il paziente può pensare che si rischia di perdere l’uso della mano sottoponendosi all’intervento chirurgico; ma la verità è che la chirurgia da buoni risultati.

L’intervento si basa su un concetto semplice: si aumenta lo spazio all’interno del canale del tendine che fa da “rotaia” e quindi si permette ai tendini di scorrere meglio senza infiammarsi e quindi senza dolore.

Il metodo chirurgico, che comunemente utilizzo è chiamato “puleggiotomia” e consiste nella liberazione del canale su descritto (puleggia A1), attraverso una modestissima incisione (circa 2 centimetri) eseguita alla base del dito interessato. Con questa tecnica, i tessuti molli vengono danneggiati in minima parte e perciò il dolore post-operatorio, se c’è, è minimo. Ciò permette anche di tornare alle normali attività quotidiane molto velocemente.

I risultati a lungo termine di questa tecnica sono eccellenti.

Questa patologia in conclusione è di agevole diagnosi e trattamento; perciò quando hai dolore alla mano, non attendere ma rivolgiti ad uno specialista, poiché si tratta di una patologia che necessita la valutazione di un chirurgo ortopedico specifico per questi problemi.

Esiste un’altra tecnica che ho appreso personalmente negli Stati Uniti e che ritengo valida: si tratta di eseguire la puleggiotomia con TECNICA ALL’AGO senza incidere la cute, dopo aver eseguito una blanda anestesia locale. È una tecnica non molto conosciuta ma che permette il rientro immediato alle normali attività fisiche e lavorative; va però sottolineato che la sua efficacia può non essere definitiva e le indicazioni a questa tecnica sono a discrezione del chirurgo stesso.

MORBO DI DUPUYTREN

Questa patologia non è rara e può avere diversi fattori di rischio che la causano. In primo luogo esiste una familiarità in linea maschile, poi alcuni lavori manuali e anche microtraumi ripetuti o processi infiammatori cronici della mano.

Di fatto, i pochi dati certi sono:

  • ha una progressione altalenante (a poussé)

  • crea una progressiva invalidità sull’uso della mano

  • il trattamento è chirurgico

Che cos’è questo morbo?

Si tratta di una progressiva retrazione di un tessuto appena sotto lo strato cutaneo, che si chiama aponeurosi. L’aponeurosi ha consistenza tendinea e si irradia a tutto il palmo della mano e fino alle dita. Questa retrazione provoca un indurimento dei tessuto stesso e una anelasticità di tutta la mano, tanto che poco alla volta determina la retrazione delle dita con conseguente rigidità delle articolazioni metacarpo-falangee e interfalangee.

Quando questa retrazione determina una ipovalidità nell’uso della mano, allora il trattamento chirurgico è obbligatorio e risolutivo! Non vi devo dire che questa è una chirurgia che prevede che l’operatore abbia una certa esperienza, ma aggiungo che esiste la tecnica all’ago che è ancora più complessa e la deve eseguire chi ha molta esperienza nella patologia in questione.

La tecnica chirurgica classica (aponevrectomia) prevede di asportare, con pazienza e meticolosità da parte del chirurgo, tutta l’aponeurosi coinvolta dalla retrazione. In genere è più frequentemente coinvolta l’aponeurosi che si irradia verso il quarto e quinto dito ma tutte le dita possono essere coinvolte.

La tecnica all’ago, invece, trova un suo razionale dal concetto di aponevrotomia ossia nel sezionare trasversalmente l’aponeurosi malata e nel distendere la mano manualmente. Deve essere eseguita da chi ha già eseguito diversi interventi con tecnica classica perché la conoscenza dell’anatomia della mano è indispensabile ma non sufficiente!

Questa tecnica ha l’assoluto vantaggio di non provocare danni ai tessuti poiché non si eseguono incisioni chirurgiche, si procede a lacerare l’aponeurosi con piccoli aghi e poco alla volta, inoltre in anestesia locale e non plessica come la tecnica tradizionale impone. Questo è un indiscutibile vantaggio per chi non può avere una mano fasciata per 2-3 settimane ma va evidenziato che può essere passibile di recidiva e che il risultato può non essere definitivo né sempre risolvibile in unica seduta chirurgica.

In definitiva la tecnica all’ago, pur avendo dei limiti, è agevole e di facile esecuzione per chi ha esperienza chirurgica specifica.

LA RIZOARTROSI

Per rizoartrosi s’intende l’artrosi dell’articolazione della base del pollice. È molto più comune di quello che si pensa ed è spesso associata alla Sindrome del Tunnel Carpale.

Questa artrosi, che è appannaggio quasi esclusivo del sesso femminile, è di fatto la degenerazione dell’articolazione alla base del pollice, provoca intensi dolori nell’utilizzo della mano e una riduzione della forza spesso legata ad attività come il cucire o il ricamare; la paziente spesso riferisce che gli oggetti le cadono di mano!

Questi sintomi inoltre, se la malattia persiste da lungo tempo (anni) possono portare all’atrofia dei muscoli alla base del pollice ed evidente deformità dello stesso pollice. Accanto ai sintomi clinicamente evidenziabili, la diagnosi può essere confermata dal semplice studio radiografico standard.

Questa patologia è più frequente come già accennato tra le donne di mezza età e soprattutto nel periodo perimenopausale.

La rizoartrosi può essere associata a un processo infiammatorio cronico dei tendini flessori delle dita, comunemente detto “dito a scatto” (trigger finger) o a infiammazione dei tendini a livello del polso e allora si parla di tenosinovite. Il trattamento di queste tenosinoviti è spesso diretto a diminuire l’infiammazione dei tendini; perciò l’infiltrazione con acido jaluronico o con steroidi può portare alla riduzione dell’infiammazione e ad un benessere momentaneo, con la riduzione del dolore.

Se la rizoartrosi è in uno stato iniziale il più semplice trattamento, senza uso di farmaci, è l’utilizzo di un tutore ortopedico adeguato. Questo tutore permette al paziente di controllare il polso durante le sue attività quotidiane, limitando i movimenti dell’articolazione già parzialmente degenerata.

Infine se la paziente non risponde a trattamenti conservativi, non resta che l’intervento chirurgico; anche intorno alla chirurgia si dice molto e a volte a sproposito. La gente pensa che si potrebbe perdere l’uso della mano sottoponendosi all’intervento chirurgico; ma la verità è che la chirurgia da buoni risultati.

L’intervento consiste nel rimuovere la fonte dell’artrosi e perciò del dolore, ossia togliere in parte o totalmente quell’”ossicino” (trapezio) alla base del pollice che ormai deformato non ha più nessuna funzione! Questo permette un aumento del movimento del pollice stesso, una lieve riduzione della forza, ma soprattutto la remissione del dolore!

Il metodo chirurgico chei comunemente utilizzo è chiamato trapeziectomia, o emitrapeziectomia (ossia la parziale resezione del trapezio stesso). Questa procedura prevede un’incisione di circa 4 centimetri alla base del pollice attraverso la quale si giunge al trapezio e lo si asporta poi viene eseguita una tenosospensione. Con questa tecnica, i tessuti molli vengono danneggiati in minima parte e perciò il dolore post-operatorio, se c’è, è minimo. Ciò permette anche di tornare alle più semplici attività quotidiane in circa 3 settimane, ed a una completa autonomia nell’uso della mano in 2-4 mesi.

Esiste inoltre una tecnica mini-invasiva che prevede la resezione parziale del trapezio con una incisione di circa 0,5cm senza tenosospensione, quindi con un recupero funzionale quasi immediato e completo, poiché minimo è il danno dei tessuti molli. Unico limite di questa tecnica è la gravità dell’artrosi in atto, è perciò necessario il giudizio dello specialista se poterla eseguire e in quali casi.

I risultati a lungo termine di questa tecnica sono buoni. Il paziente può lamentare dolore nella mano quando solleva un peso per lungo tempo, ma d’altro canto le complicanze di questo intervento sono piuttosto ridotte.

La rizoartrosi in conclusione è di agevole diagnosi e trattamento; perciò quando hai dolore alla mano, non attendere ma rivolgiti ad uno specialista, poiché si tratta di una patologia che necessita della valutazione di un chirurgo specializzato su questi problemi.


CURRICULUM VITAE ET STUDIORUM Dott.ssa Silvia Giordani

Ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Verona, in data 21 marzo 1996, discutendo una tesi sul tema “Il trattamento chirurgico del piede reimatoide: ruolo dell’intervento di allineamento metatarsale. Presupposti biomeccanici, indicazioni e risultati a lungo termine.”

Ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università degli Studi di Verona il 23 ottobre 2001, discutendo una tesi sul tema: “Analisi critica del trattamento con fissazione esterna delle fratture sovra e intercondiloidee di femore.”

Socia ordinaria SICM, socia fondatrice EWAS e socia OTODI e SERTOT.

CARRIERA UNIVERSITARIA

Allieva interna negli anni 1994/1995 e 1995/1996, presso l’Unità di Chirurgia della Mano dell’Ospedale GB Rossi di Verona

Borsista Universitario dall’ottobre 1996 all’ottobre 2001 presso l’Istituto di Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Università degli Studi di Verona, svolgendo attività didattica, scientifica e assistenziale, nel reparto di chirurgia della mano e di ortopedia e traumatologia.

Master di Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva di II livello presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, 2011.

Durante questo periodo ha frequentato:

Unità Operativa di Chirurgia della Mano, Policlinico G. B. Rossi di Verona dal maggio 1994 al maggio 2000

Reparto di Ortopedia e Traumatologia, Università degli Studi di Verona dal giugno 2000 all’ottobre 2001

Ha collaborato dall’ottobre del 2003 al settembre 2005 con l’Istituto di Clinica Ortopedica e Traumatologica presso l’Università degli Studi di Padova, svolgendo attività chirurgica e di tutoraggio

Ha collaborato nel 2004 e 2005 con la Casa di Cura di Porto Viro (Rovigo) nell’attività di chirurgia della mano

ATTIVITÀ ASSISTENZIALE

Durante gli anni della specializzazione ha condotto l’attività assistenziale di reparto e l’ambulatorio divisionale; ha inoltre svolto turni di guardia specialistici in prima persona.

Ha eseguito 49 interventi come primo operatore e 357 interventi come assistente, in 13 interventi ha svolto funzione di tutore nei confronti di altri medici specializzandi nel reparto di Chirurgia della Mano. Mentre ha eseguito 40 interventi come primo operatore e 228 come assistente presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia.

Ha svolto attività assistenziale di reparto e l’ambulatorio divisionale e guardia specialistiche presso l’ospedale di Rovigo tra novembre 2001 e agosto 2002.

Ha eseguito 183 interventi come primo operatore e 221 interventi come assistente.

Ha svolto attività assistenziale di reparto e l’ambulatorio divisionale e guardia specialistiche presso la Casa di Cura Rizzola di San Donà di Piave (Ve) tra agosto 2002 fino a dicembre 2004.

Ha eseguito 352 interventi come primo operatore e 507 interventi come assistente.

Ha eseguito 407 interventi come primo operatore presso l’Istituto di Clinica Ortopedica e Traumatologica presso l’Università degli Studi di Padova e diversi interventi in qualità di tutore nei confronti degli specializzandi.

Ha svolto attività assistenziale di reparto e l’ambulatorio divisionale e guardia specialistiche nonché attività di chirurgia della mano presso l’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Civile di Adria ASL 19 dal 31 dicembre 2004 a Agosto 2005, sostenendo autonomamente diversi interventi di traumatologia complessa dell’arto superiore.

Ha svolto attività assistenziale di reparto, l’ambulatorio divisionale e guardia specialistiche principalmente di chirurgia della mano come anche di chirurgia ortopedica e traumatologica presso l’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia di Piacenza e Fiorenzuola dal 2005 al 2012.

Ha svolto attività assistenziale di reparto, l’ambulatorio divisionale e guardia specialistiche principalmente di chirurgia della mano come anche di chirurgia ortopedica e traumatologica presso l’Università degli Studi di Ferrara, Clinica di Ortopedia e Traumatologia da marzo a dicembre 2012, svolgendo intensa attività tutoriale sugli specializzandi dell’università stessa.



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Visita ortopedica per anca e traumatologia dello sport Dott. Barberio

Il Dott. Barberio Vitaliano Isacco è un chirurgo specialista in ortopedia e tramautologia, chirurgia dell’anca, artroscopia del ginocchio e traumatologia dello sport. Effettua visite ortopediche a Modena presso il Poliambulatorio MEGA.

Ortopedia e Traumatologia

Il dott. Barberio si può definire un Ortopedico Sportivo data la sua passione per lo sport che lo ha portato a stretto contatto con diversi atleti, professionisti ed amatoriali, acapirne le esigenze nel momento degli infortuni e sviluppare una strategia di trattamento mirata al tipo di sport ed alla richiesta di un rapido e sicuro ritorno all’attività sportiva. Negli anni si è specializzato in:

  • Chirurgia mini-Invasiva dell’anca con approccio anteriore diretto e tecnica AMIS

  • Chirurgia artroscopia di ginocchio e Sport Medicine

  • Terapia infiltrativa articolare ecoguidata rigenerativa

PROTESI ANCA

Quando si parla di protesi d’anca l’accesso per via anteriore è un approccio che presenta numerosi vantaggi per la scarsa invasività dell’intervento. Una buona preparazione tecnica e una lunga esperienza da parte del chirurgo sono però requisiti fondamentali per eseguire questo tipo di intervento.

L’ARTROSI DELL’ANCA

L’artrosi dell’anca è una patologia a carattere degenerativo che colpisce dapprima la cartilagine per poi intaccare le altre strutture articolari fino a causare il contatto osso con osso. A causa della diffusione, purtroppo sempre più frequente anche tra pazienti relativamente giovani (intorno ai 50 anni d’età, spesso sportivi) si è reso necessario sperimentare tecniche chirurgiche di impianto della protesi sempre meno invasive al fine di preservare maggiormente i tessuti circostanti e garantire tempi di recupero più rapidi.

come opera il dottore

L’intervento con D.A.A. (Direct Anterior Approach)

L’accesso per via anteriore è una tecnica non solo mini invasiva ma anche a risparmio tissutale. Grazie a questa tecnica, decisamente all’avanguardia, non sono necessari tagli tendinei o muscolari come nelle tecniche tradizionali.L’incisione è molto piccola, raramente supera i 7-8 centimetri, a differenza delle tecniche tradizionali dove sono praticate incisioni di circa 15-20 centimetri. La differenza di incisione cutanea rimane comunque solo un problema estetico. Il vero vantaggio della via anteriore è il risparmio tissutale. A differenza delle procedure classiche che prevedono tagli muscolo-tendinei (glutei e extrarotatori), la via anteriore sfrutta gli spazi virtuali esistenti tra le masse muscolari. Nella regione anteriore non vi sono muscoli che si inseriscono sul femore è pertanto più agevole separare e spostare i muscoli senza tagliarli o disinserirli. La tecnica utilizza infatti strumenti adatti e dedicati a tale procedura.

I vantaggi per il paziente:

  • minor dolore post-operatorio (no taglio muscolare)

  • recupero funzionale più rapido (no taglio muscolare)

  • ridotto rischio di lussazione (grazie al risparmio della muscolatura glutea)

  • minore perdita ematica (nessun utilizzo del drenaggio post operatorio)

  • degenza ospedaliera breve

Nonostante i numerosi vantaggi sopra citati, l’impianto con accesso per via anteriore è ad oggi ancora scarsamente utilizzato. Si tratta di una tecnica difficile che prevede una lunga curva di apprendimento da parte del chirurgo. Il Dott Barberio vanta oltre 1000 interventi di impianto di protesi d’anca con via anteriore diretta. Tale esperienza lo pone come uno dei maggiori specialisti in Italia.

Indicazioni e controindicazioni

Ferma restando un’accurata selezione del paziente alla luce delle sue caratteristiche fisiche, del quadro patologico e del suo stato di salute generale, le indicazioni all’intervento con D.A.A. non sono differenti alle altre tecniche e sono:

  • coxartrosi primitiva

  • coxartrosi secondaria

  • necrosi della testa del femore

  • coxartrosi post-traumatica

La scelta del paziente, è dunque almeno all’inizio, un requisito fondamentale.

I risultati a distanza (oltre i 3 mesi) con intervento per via anteriore presentano le caratteristiche di tutte le altre tecniche. I vantaggi sono soprattutto nell’immediato post operatorio. Un approccio mini invasivo e a risparmio tissutale come la via anteriore può garantire un recupero rapido con la possibilità di poter tornare al lavoro precocemente e a praticare il proprio sport preferito in sicurezza.

Il curriculum vitae

Laureato nel 2004 in Medicina e Chirurgia con votazione 110/110 il Dott. Barberio ha conseguito nel 2010 la Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia con il massimo dei voti presso la Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia, diretta dal Prof. Francesco Benazzo .

Durante il periodo di formazione specialistica ha prestato servizio presso la Divisione di Ortopedia e Traumatologia del Centre Hospitalier de la Basse Terre in Guadeloupe, Francia. Dal 2008 al 2009 è stato inoltre consulente per Formula Medicine, Professional Driving Training, fornendo assistenza medica sui principali circuiti mondiali di Formula Uno al Team Panasonic Toyota Racing .

Dal 2010 al 2021 Dirigente medico di I° livello presso U.O. OrtopediaTraumatologia e Chirurgia Artroscopica Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo diretta dal Dr. L.A. Pederzini. In questi anni ha svolto presso l’Ospedale di Sassuolo attività chirurgica sia in ambito della traumatologia sportiva che in quello della chirurgia elettiva con particolare interesse alla chirurgia protesica dell’anca mini-invasiva per via anteriore con tecnica AMIS (Anterior Minimal Invasive Surgery) e della chirurgia artroscopica di ginocchio eseguendo circa 2000 interventi come primo operatore.

Dal 2021 partecipa all’attività AMIS Education Program per l’insegnamento delle tecniche di chirurgia mini invasive dell’anca con approccio anteriore.

Dal 2018 al 2020 ha diretto l’ambulatorio di infiltrazioni eco-guidate all’anca presso il Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo.

Dal gennaio 2022 è uno Specialista del Joint Care Team coordinato dal Dott. Gabriele Cavazzuti e svolge la propria attività chirurgica presso la U.O. di Ortopedia 1 dell’Ospedale di Suzzara (MN) e presso la Casa di Cura Villa Verde (RE).

Socio della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia ( S.I.O.T. ) , della S.I.A.G.A.S.C.O.T e della Società AO Trauma.

Autore e coautore di numerose relazioni a congressi nazionali ed internazionali, di capitoli su libri e riviste sia nazionali che internazionali. Tutor in diversi corsi su cadavere sia nazionali che internazionali. Nell'ottica di un aggiornamento costante, partecipa da sempre ai principali corsi/congressi nazionali ed esteri, a corsi di dissezione e chirurgia ricostruttiva su cadavere.

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Visita ortopedica per anca e ginocchio Dott. Tommaso Bonanzinga

Il Dott. Tommaso Bonanzinga è specializzato in Chirurgia Protesica di Anca e Ginocchio e Traumatologia Sportiva. Vanta numerose esperienze riguardanti le metodiche all’avanguardia nella diagnosi e nel trattamento delle infezioni periprotesiche di anca e ginocchio‚ Chirurgia Artroscopica di Anca‚ Ginocchio e Caviglia‚ trattamento delle lesioni multi legamentose complesse di ginocchio. Effettua visite ortopediche a Modena presso il Poliambulatorio MEGA.

ATTIVITÁ MEDICO CHIRURGICHE PRINCIPALI

  • Ricostruzione legamento crociato
  • Trattamento lesioni meniscali
  • Trattamento lesioni osteo-cartilagineo
  • Osteotomia
  • Protesi ginocchio
  • Protesi monocompartimentale
  • Protesi Totale di Ginocchio
  • Protesi anca
  • Terapia Infiltrativa
  • Ortopedia Rigenerativa

Storia e curriculum del Dott. Bonanzinga

Il Dott. Tommaso Bonanzinga ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna nel 2009. Nello stesso anno‚ ha ottenuto l’Abilitazione all’Esercizio della Professione di Medico Chirurgo e‚ successivamente‚ ha acquisito la specializzazione in Ortopedia e Traumatologia‚ sempre all’interno del medesimo Ateneo.

Vanta numerose esperienze formative e di ricerca sia in Italia che all’estero‚ tra cui una Fellowship presso la Elios Endo-Klinic‚ Hamburg (Germania)‚ diretta dal Prof. Torsten Gerhke‚ durante la quale ha preso parte a progetti di ricerca clinica e di base riguardanti le metodiche all’avanguardia nella diagnosi e nel trattamento delle infezioni periprotesiche di anca e ginocchio‚ e una Fellowship in Sport Medicine-Chirurgia Artroscopica di Anca‚ Ginocchio e Caviglia‚ presso il Reparto Sports Medicine Service‚ Beijing Jishuitan Hospital‚ Pechino (Cina)‚ diretto dal Prof. Feng Hua‚ in occasione della quale ha partecipato alla realizzazione di progetti di ricerca clinica riguardanti il trattamento delle lesioni multi legamentose complesse di ginocchio.

Durante la sua esperienza presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli ha partecipato a numerosi progetti di ricerca riguardanti la ricostruzione del legamento crociato anteriore‚ il trattamento delle lesioni meniscali e l'applicazione delle tecnologie computer assistite alla chirurgia protesica.

A partire dal 2011‚ il Dott. Bonanzinga ha dato inizio alla sua attività scientifica pubblicistica‚ pubblicando numerosi lavori su scritti scientifici editi sia in Italia che all’estero.

Ha presenziato a innumerevoli congressi e corsi teorico-pratici nazionali e internazionali ed è membro di molteplici società scientifiche.
Dal 2016 è membro del comitato “Ginocchio” della S.I.G.A.S.C.O.T. (Società Italiana Ginocchio Artroscopia Sport Cartilagine e Tecnologie Ortopediche) e svolge il ruolo di Presidente del FORTE (Federation of Orthopaedic Trainees in Europe).

Professore aggregato e coordinatore della simulazione artroscopica presso presso Humanitas University‚ il Dott. Tommaso Bonanzinga è il medico esperto di Ortopedia e Traumatologia del Poliambulatorio Me.ga.

Ha collaborato per molti anni con il Prof Maurilio Marcacci.

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Visita ortopedica del piede e della caviglia Dott.Risi Michele

Il Dott. Michele Risi Ha eseguito personalmente circa 10.000 interventi in campo ortopedico-traumatologico. La sua attenzione è rivolta principalmente alla chirurgia del piede e della caviglia. Effettua visite ortopediche a Modena presso il Poliambulatorio MEGA.

La sua esperienza è a tua disposizione per patologie dell'avampiede come:

  • alluce valgo

  • dita a martello

  • metatarsalgie

  • alluce rigido

  • Neuroma di Morton

  • piede reumatoide

Per malattie del retropiede:

  • piede piatto del bambino e dell'adulto

  • piede cavo

  • disfunzioni del tendine

  • tibiale posteriore

  • sindrome del tunnel tarsale

  • malattia di Haglund

  • tendinopatie dell'Achille

  • fascite plantare

Per problemi e traumi della caviglia come:

  • traumi distorsivi in soggetti sportivi e non

  • fratture malleolari

  • fratture del calcagno e dell'astragalo

  • sindromi da conflitto

  • impingement della caviglia

  • osteocondriti del domo astragalico

  • lesioni dei legamenti della caviglia

  • artrosi della tibio-tarsica

Trattamento dolore del Runner .

Le patologie dell'avampiede, alluce valgo, deformitá delle dita, metatarsalgie, vengono affrontate prevalentemente con le moderne ed innovative tecniche chirurgiche percutanee mini-invasive.



Storia e curriculum del Dott. Risi

Il Dott. Michele Risi, medico chirurgo ortopedico del piede e della caviglia, è nato a Bologna il 04.01.1960, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Bologna il 16.10.1986.
Si è specializzato in Ortopedia-Traumatologia all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna il 10-07-1991.
Specializzazione, con lode, in Ortopedia e Traumatologia all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna nel 1991, Direttore Prof. Mario Campanacci.

Nel 1990 Assistente Medico Divisione di Ortopedia dell'Ospedale di Carpi (MO). In seguito per 25 anni fino al 31 maggio del 2016 ha svolto servizio presso l'Azienda USL di Bologna, dapprima come Assistente e Aiuto della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell'Ospedale Maggiore. Ha assunto l'incarico di Responsabile dell'Unità Operativa Semplice di Day Hospital e quindi di Direttore f.f. dell'U.O. Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell'Ospedale di Bentivoglio (BO).

Dal giugno 2016 lavora come libero professionista nell'Associazione professionale PBS (Percutaneous Bianchi System) formata da un gruppo di chirurghi ortopedici che hanno introdotto e diffuso in Italia e all'estero tecniche innovative nell'ambito della chirurgia percutanea mini invasiva del piede. presso le Cliniche Private accreditate con il SSN Villa Salus e Villa Verde di Reggio Emilia. L'attività chirurgica è rivolta esclusivamente alla cura della patologie del piede e della caviglia.
Collabora come Libero Professionista con diversi Poliambulatori Privati in varie città d'Italia.

Ha completato la sua formazione con numerosi stages di aggiornamento in Italia ed all'Estero, con soggiorni ripetuti in vari Paesi: Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Spagna, Francia, Svizzera, Olanda, Belgio e Germania. Ha lavorato come Dirigente Medico presso la Divisione Ortopedica dell'Ospedale Maggiore di Bologna e poi come Direttore f.f. dell'U.O. Ortopedica dell'Ospedale di Bentivoglio (BO).

Ha al suo attivo decine di pubblicazioni su riviste italiane e straniere. E' stato relatore a numerosi Corsi e Congressi in ambito nazionale ed internazionale. Ha organizzato Corsi residenziali rivolti a Chirurghi Ortopedici nell'ambito della chirurgia del piede. È relatore-istruttore a Corsi di ecografia muscolo- scheletrica rivolti a medici specialisti radiologi, reumatologi, fisiatri, medici dello sport.

Il Dott. Risi é stato allievo dello spagnolo Dott. Mariano De Prado, uno dei maggiori esperti e divulgatori al mondo nel campo della chirurgia percutanea mini invasiva del piede. Le principali malattie della caviglia, anche nei soggetti sportivi, vengono trattate in artroscopia o attraverso la chirurgia aperta. Sito personale: https://www.michelerisiortopedico.com

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Visita ortopedica della spalla Dott. Gabriele Campochiaro

Il Dott. Gabriele Campochiaro effettua visite ortopediche e interventi chirurgici alla spalla presso il Poliambulatorio MEGA.

Ortopedico Specialista del dolore di Spalla

Il Dott. Campochiaro Gabriele ortopedico specialista del dolore della spalla si occupa di tutte le patologie e interventi dell’arto superiore. Durante la visita specialistica effettua Ecografie per una diagnosi sempre più veloce e precisa.

Se la problematica del paziente lo richiede effettua infiltrazioni di cortisone o acido ialuronico.

Patologie della spalla trattate dal Dott. Campochiaro:

  • Artropatia acromion claveare

  • Capsulite adesiva

  • Dolore da instabilità di spalla

  • Dolore di spalla da lesione della cuffia dei rotatori

  • Dolore di spalla da patologia della cuffia dei rotatori

  • Frattura di spalla

  • Fratture di clavicola

  • Instabilità atraumatica della gleno omerale (MDI)

  • Le rotture massive della cuffia dei rotatori

  • Lesioni parziali di cuffia

  • Lussazione acromion claveare

  • Lussazione e instabilità

  • Tendinopatia calcifica

Interventi effettuati:

  • Acromionplastica

  • Intervento di Latarjet

  • Intervento di stabilizzazione per lussazione abituale di spalla

  • Protesi con navigazione

  • Protesi di spalla

  • Riparazione artroscopica della cuffia dei rotatori

  • Stabilizzazione artroscopica di Bankart anteriore e remplissage omerale

  • Transfer del gran dorsale artroscopico assistito

Curriculum vitae Dr Gabriele Campochiaro

Il Dr. Gabriele Campochiaro nasce a Termini Imerese (PA) il 02/07/1970.

Laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Palermo nel 1997 con 110/110 e lode, abilitazione professionale nello stesso anno col massimo dei voti.

Si specializza in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia nel 2003 con votazione finale di 110/110 e lode, discutendo una tesi dal titolo: "fratture del terzo medio di omero, confronto tra tecnica con chiodo endomidollare e sintesi con placca" .

Ha lavorato presso la Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico di Modena dal 2003 con contratto di libera professione, dal 2005 come Dirigente Medico di Primo Livello.

Attualmente opera presso l’ospedale di Suzzara (Mn).

Ha conseguito diploma di tecniche microchirurgiche della Società Italiana di Chirurgia della Mano nel 2009 superando l’esame teorico-pratico finale discutendo la tesi dal titolo: risultato a distanza di reimpianto di mano.

E’ socio ordinario della Società Italiana di Chirurgia della Spalla e del Gomito e membro aderente della Società Italiana di Chirurgia della Mano.

Ha trascorso periodo di formazione di 6 mesi nel 2011 presso il Centro di Chirurgia della Spalla dell’Ospedale Cervesi di Cattolica diretto dal Dr. Giuseppe Porcellini.

Nel 2011 ha svolto presso lo stesso Centro, Master formativo in chirurgia protesica della spalla SMR LIMA. 

Al suo attivo ha diverse esperienze di Corsi di Formazione all’Estero tra cui ricordiamo:

  • Corso teorico-pratico sul trattamento delle fratture della spalla, svoltosi presso l’Università di Malaga nel 2005;

  • Corso teorico-pratico di Traumatologia  presso l’Università di Nizza nel  2008;

  • Corso di Anatomia Chirugica della spalla  presso l’Università di MADRID nel 2011;

  • Annual Update Course in Shoulder Surgerynel 2011 presso il Centro ANA di Chicago;

  • Esperienza di frequenza presso l’Ospedale Ortopedico di San Pietroburgo nel 2011;

  • Corso di Anatomia Chirurgica di spalla e gomito svolto presso l’Università di Nizza nel 2012.

  • Ha partecipato a numerosi congressi specialistici nazionali e internazionali su spalla e gomito.

  • E’ stato relatore con diverse comunicazioni scientifiche e autore di pubblicazioni.

Svolge attività professionale presso il Policlinico di Modena con particolare interesse alle patologie traumatiche, postraumatichee croniche della spalla e del gomito. Coadiuva il Dr. Paolo Baudi nella gestione del Centro di Chirugia della Spalla del Policlinico.

Esegue interventi chirurgici di artroscopia e protesica di spalla, trattamento degli esiti traumatici e protesico di gomito, interventi in day surgery di chirurgia della mano.

 

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