Percorso tendinite

La tendinopatia, comunemente conosciuta come “tendinite”, è una condizione di sofferenza del tendine struttura non contrattile formata da collagene, che permette di trasmettere la forza generata dalla contrazione del ventre muscolare all’osso. Il tendine è una struttura dinamica, che risente dell'esercizio e del riposo: durante l'esercizio c'è una piccola riduzione delle fibre di collagene, che però si rinforzano (migliora l'allineamento, c'è adattamento metabolico delle cellule, aumenta il turnover del collagene e dei GAG e si generano legami tra le macromolecole). L'esercizio fisico, come spiegheremo, fa bene dunque al tendine, mentre l’immobilizzazione è addirittura dannosa.

Tale condizione può venire a manifestarsi per diverse ragioni:

  • Atteggiamenti e abitudini posturali scorrette
  • Eccessiva richiesta funzionale con non adeguata preparazione atletica
  • Overuse funzionale con movimenti ripetuti in modo non bilanciato e controllato
  • Traumi
  • Utilizzo di attrezzature non adeguate (scarpe, pinne, spallacci etc)
  • Attività sportiva eseguita su superfici non congrue 
  • Stress
  • Carenze nutrizionali
  • Alcune classi di farmaci

 

La manifestazione di questa patologia è di solito legata a:

  • Dolore alla compressione
  • Dolore allo stiramento
  • Dolore alla contrazione in massimo allungamento della catena muscolare
  • Dolore che aumenta all’aumentare del carico sul tendine
  • Dolore che compare principalmente nella fase di immagazzinamento dell’energia (per esempio dolore al tendine di achille quando si sta sulla punte dei piedi)
  • Dolore che compare quando il tendine sfrega contro una struttura rigida (ad esempio quando il tendine d’achille sfrega contro la parte posteriore della scarpa)
  • Dolore localizzato sul tendine( è possibile identificare sul corpo del tendine un punto ben preciso che il paziente indica con un dito)

Studi recenti mostrano come nell’arto inferiore, le problematiche legate al tendine abbiano una caratteristica differente da quelli dell’arto superiore e come nei casi di sofferenza tendinea non vi sia reperto infiammatorio, rendendo quindi obsoleto il termine “tendinite” a favore di un termine che genericamente indica la sofferenza di tale struttura, TENDINOPATIA.

Nella prima fase della tendinopatia, il tessuto collagene del tendine inizia a soffrire sviluppando un meccanismo di difesa che porta una lieve disfunzione che può comparire durante il movimento e si attenua col riposo.   In questa fase si attende che il dolore passi da solo . Successivamente il processo di neoangiogenesi all’interno del corpo tendineo si attiva portando alla formazione di nuovi vasi sanguigni, che secondo recenti studi sono i veri responsabili del dolore in quanto la loro membrana, strozzata dalle fibre collagene manda segnali dolorosi.

Infine, se eccessivamente trascurata, si giunge alla cronicizzazione, nella quale il dolore può addirittura attenuarsi con l'attività fisica, per poi ripresentarsi più forte di prima quando i muscoli non sono più caldi e i livelli di adrenalina sono ritornati nella norma. In questa fase il tendine appare ispessito ed ingrossato con carenza di funzionalità ed estensibilità.

Le sedi più frequenti sono:

  • Cuffia dei rotatori della spalla (in particolare tendine sovraspinato)
  • Tendine comune degli estensori e dei flessori del polso (epicondilite\epitrocleite)
  • Tendinopatia quadricipitale
  • Tendinopatia rotulea
  • Tendinopatia della zampa d’oca
  • Tendinopatia achillea

Al poliambulatorio MEGA i nostri specialisti, dopo attenta valutazione basata su test specifici, sono in grado di individuare il giusto percorso terapeutico atto a risolvere la sintomatologia dolorosa e la restituzia ad integrum della capacità funzionale. I nostri fisioterapisti ed osteopati utilizzano un lavoro integrato, come consigliato dalla ricerca scientifica, che associa tecniche manuali, terapia fisica ed esercizio terapeutico correttamente individualizzato nel suo dosaggio.

 Come spiegato in precedenza, il riposo non è  utile, se non nella prima fase ,successivamente potrebbe diventare controproducente e contribuire alla degenerazione del tendine.

Si rende necessario quindi intraprendere un percorso fisioterapico di rinforzo del tendine malato, evitando, naturalmente, di sovraccaricarlo. Gli esercizi,  svolti con la supervisione di fisioterapisti specializzati, sono vari, ma le tecniche più utilizzate sono le contrazioni isometriche e il lavoro eccentrico con carichi via via maggiori.

L'efficacia dello stretching è dubbia, infatti alcuni studi dimostrano che esso può essere inutile o addirittura dannoso.

Seguire con superficialità questo programma individuale aumenta significatamente la probabilità di recidiva, indipendentemente che si parli di un atleta di alto livello o di uno sportivo amatoriale.