VISITA ORTOPEDICA DEL PIEDE A MODENA


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QUANDO E PERCHE’ EFFETTUARE UNA VISITA ORTOPEDICA DEL PIEDE?

La visita ortopedica del piede permette di diagnosticare problematiche come il piede piatto, la fascite plantare, la spina calcaneare, l’alluce valgo e l’alluce rigido, la distorsione dell’articolazione dell’alluce, il neuroma di Morton e deformità delle dita.

Grazie alla visita specialistica è possibile avere una diagnosi certa del problema e identificare la terapia più adatta per recuperare la funzionalità del piede. Per raggiungere questi obiettivi potrebbe essere necessario sottoporsi a indagini diagnostiche specifiche, ad esempio radiografie o Tac, che saranno eventualmente prescritte dal medico al termine della visita.

In altri casi la visita ortopedica potrebbe essere necessaria per monitorare l’evoluzione di problematiche come il piede piatto.

PATOLOGIE TRATTATE:

Patologie dell'avampiede:

• alluce valgo

• dita a martello

• metatarsalgie

• alluce rigido

• Neuroma di Morton

• piede reumatoide

Malattie del retropiede:

• piede piatto del bambino e dell'adulto

• piede cavo

• disfunzioni del tendine

• tibiale posteriore

• sindrome del tunnel tarsale

• malattia di Haglund

• tendinopatie dell'Achille

• fascite plantare

Per problemi e traumi della caviglia come:

• traumi distorsivi in soggetti sportivi e non

• fratture malleolari

• fratture del calcagno e dell'astragalo

• sindromi da conflitto

• impingement della caviglia

• osteocondriti del domo astragalico

• lesioni dei legamenti della caviglia

• artrosi della tibio-tarsica

• distorsione della caviglia

Trattamento dolore del Runner .

Le patologie dell'avampiede, alluce valgo, deformità delle dita, metatarsalgie, vengono affrontate prevalentemente con le moderne ed innovative tecniche chirurgiche percutanee mini-invasive.

Piede piatto nel bambino: cause, sintomi, diagnosi e trattamenti

Il piede piatto nel bambino è sempre una patologia?

Il piede piatto nel bambino non va considerato automaticamente una malattia. Tutti i bambini nascono infatti con un piede fisiologicamente piatto, privo della normale volta plantare tipica dell’adulto.
Nella fase in cui il piccolo inizia a camminare, un appoggio più largo garantisce maggiore stabilità. Per questo motivo, fino agli 8-12 anni, l’arco plantare può essere assente o poco evidente: si tratta di una condizione transitoria e fisiologica, non patologica.

Con la crescita, la volta plantare tende a formarsi spontaneamente, assumendo gradualmente la curvatura tipica del piede adulto.

Cos’è il piede piatto: definizione e sintomi

In un piede normale, la parte interna presenta un arco rialzato – la volta plantare – che permette un corretto scarico del peso corporeo.
Il piede piatto è invece caratterizzato da un appiattimento totale o parziale della volta plantare mediale.

Nella maggior parte dei casi non provoca sintomi, ma possono comparire:

  • senso di pesantezza ai piedi

  • affaticamento durante la camminata o l’attività fisica

  • alterazioni dell’appoggio

  • dolore in alcuni movimenti

Il piede piatto è spesso associato al valgismo del retropiede (piede piatto valgo): osservando il bambino da dietro, il calcagno appare rivolto verso l’interno.

È importante ricordare che nella prima infanzia (10 mesi – 4 anni) un certo grado di valgismo, fino a 12-15°, è normale. Solo verso i 5-6 anni tende a stabilizzarsi sui 5-7°.

Cause del piede piatto nel bambino

Le cause possono essere:

1. Condizioni congenite

  • Sinostosi tarsali (fusione tra alcune ossa del piede)

  • Lassità legamentosa

  • Sindromi genetiche come:

    • Sindrome di Marfan

    • Sindrome di Ehlers-Danlos

2. Patologie neuromuscolari

  • paralisi cerebrale

  • miopatie

  • distrofie muscolari

3. Altri fattori

  • traumi del piede (soprattutto fratture di calcagno o astragalo)

  • obesità

  • uso prolungato di calzature rigide nei primi anni di vita

  • familiarità per piede piatto

Correlazioni con altre patologie

Un piede piatto non corretto può favorire:

  • alluce valgo

  • artrosi della caviglia

  • fascite plantare

  • iperpronazione

  • alterazioni posturali

  • avampiede abdotto (rivolto verso l’esterno)

  • accorciamento del tendine d’Achille

Diagnosi

La prima visita ortopedica è consigliata intorno ai 6 anni.

Lo specialista valuta:

  • la camminata a piedi nudi e con le scarpe

  • l’usura delle calzature

  • la presenza di dolore

  • la postura e l’allineamento del piede

Per una diagnosi completa spesso viene richiesta una radiografia sotto carico. TAC o altri esami sono necessari solo in casi particolari.

Terapia conservativa

Se viene diagnosticato un piede piatto valgo con sindrome pronatoria, il medico può consigliare:

  • scarpe con inserto plantare standard

  • plantari su misura nei casi più severi

Questi dispositivi migliorano il comfort e riducono i dolori, ma non modificano lo sviluppo dell’arco plantare.
La correzione definitiva può essere ottenuta solo tramite intervento chirurgico, quando indicato.

Trattamento chirurgico

L’intervento è indicato solo se, dopo gli 8-9 anni, il piede piatto è ancora marcato e provoca dolore o limitazioni motorie.

L’età ideale per operare è tra 8 e 12 anni.

Artrorisi con vite endosenotarsica

La tecnica più comune prevede l’inserimento, tramite una mini-incisione, di una vite nel seno del tarso.
Questa vite:

  • limita la pronazione del calcagno

  • solleva la volta plantare

  • corregge progressivamente il piede

L’intervento dura circa 15 minuti e nel 95% dei casi la vite non va rimossa.

Tempi di recupero

  • prime 2 settimane: tutore e stampelle, senza carico

  • 3ª settimana: appoggio progressivo

  • dopo 15 giorni: nuoto

  • dopo 6 settimane: corsa leggera

  • dopo 4 mesi: sport di contatto

Prevenzione e consigli

Non esiste una prevenzione specifica per il piede piatto pediatrico.

Si raccomanda però di:

  • lasciare i bambini scalzi il più possibile nei primi anni

  • limitare l’uso delle scarpe rigide prima dei 5-6 anni

  • non trattare l’assenza di arco plantare prima dei 5 anni, se non ci sono sintomi

  • permettere al bambino di svolgere qualsiasi attività fisica, salvo diversa indicazione medica

Chirurgia dell’alluce valgo: le principali tecniche

Con il termine chirurgia dell’alluce valgo si fa riferimento a oltre 100 tecniche diverse, raggruppabili in quattro grandi categorie.

1. Tecnica open

La tecnica open prevede incisioni più ampie sul piede, attraverso le quali vengono esposti tessuti, legamenti e ossa da correggere. Le modifiche effettuate vengono generalmente stabilizzate con mezzi di sintesi metallici, come viti o placche.

2. Tecnica mininvasiva con mezzi di sintesi

Questa categoria include interventi che utilizzano piccole incisioni per accedere alle strutture ossee e correggere la deformità. Anche in questo caso, la stabilizzazione avviene mediante mezzi metallici di sintesi, pur riducendo l’invasività rispetto alla tecnica open.

3. Tecnica mista

La tecnica mista combina elementi della chirurgia open e della chirurgia mininvasiva con mezzi di sintesi, con l’obiettivo di adattare l’approccio alla specifica condizione del paziente.

4. Tecnica percutanea senza mezzi di sintesi

Le tecniche percutanee mininvasive senza mezzi di sintesi, come la tecnica PBS, utilizzano micro-incisioni per eseguire osteotomie geometriche autostabilizzanti. In questo tipo di intervento non vengono inseriti dispositivi metallici: l’allineamento viene mantenuto grazie a un taping funzionale che favorisce un recupero fisiologico e naturale.

La tecnica PBS: un approccio evoluto e naturale

Dal 1995 il Team PBS ha sviluppato una procedura chirurgica basata sulla tecnica percutanea, con l’obiettivo di offrire una soluzione meno invasiva, rapida e senza mezzi di sintesi (viti, placche o fili).
Questa metodica mira a correggere l’alluce valgo nel modo più naturale possibile, consentendo ai tessuti di guarire rispettando la biomeccanica del piede.

I vantaggi della chirurgia percutanea PBS

La tecnica PBS presenta numerosi benefici che ne hanno favorito la diffusione:

  • Intervento rapido: dura in media circa 20 minuti ed è eseguito in day surgery.

  • Anestesia locale: piccole dosi di anestetico vengono applicate al piede e alla caviglia circa 30 minuti prima dell’intervento.

  • Incisioni minime: tagli di soli 2–3 mm permettono l’inserimento di frese chirurgiche di piccole dimensioni.

  • Recupero più veloce: l’invasività ridotta limita sanguinamento, gonfiore e dolore post-operatorio.

  • Nessuna immobilizzazione: grazie al bendaggio funzionale, il paziente può camminare subito utilizzando una scarpa post-operatoria dedicata.

Altre patologie trattabili con la tecnica PBS

Oltre all’alluce valgo, la tecnica percutanea PBS senza mezzi di sintesi può essere applicata anche al trattamento di:

  • Metatarsalgia

  • Quinto metatarso varo

  • Dito a martello


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