Trattamento cervicale e il suo perchè

Il famoso “Dolore al collo” – “Dolore alla Cervicale”, è uno dei motivi più frequenti di accesso in un ambulatorio medico o fisioterapico. (1 – 2 - 3)

Nella nostra esperienza, durante svolgimento di quella che può essere una visita medica o valutazione funzionale del fisioterapista, l’indagine anamnestica vede nella stragrande maggioranza dei casi due frasi molto importanti da parte del paziente:

  • Da alcuni giorni ho male al collo!

  • Da mesi, forse anni, per me è “normale” avere male al collo.

Partendo dal presupposto che il dolore è un messaggio in “uscita” definito dalla IASP (international association of Study of Pain), come “una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva in conseguenza di un danno in atto o potenziale, nei termini di tale danno” (4 – 6), implica due concetti molto importanti:

  • il nostro cervello ci fa sentire dolore solo ed esclusivamente se percepisce un pericolo per il “Sé”.

  • Ogni volta che compare dolore si parla sia di una condizione “somatica (corpo”, che emotiva; mai una sola delle due.

C’è una differenza significativa tra la prima e la seconda frase:

  • Da alcuni giorni ho male al collo! :  tra tutti i recettori, che costantemente inviano impulsi al Sistema Nervoso Centrale (S.N.C.), prevalgono quelli che inviano un segnale di “allarme”/”pericolo”; l’S.N.C., in tutte le sue componenti, elaborerà questi messaggi e se li ritiene indicatori di un significativo pericolo per il “Sé”, localizzerà la sede nella mappa virtuale al fine di farci “provare dolore“ limitarci”. (5)

  • Da mesi, forse anni, per me è “normale” avere male al collo: per lungo tempo i recettori hanno mandato messaggi di pericolo, ai quali il cervello ha dato un significato, ed una risposta, ma si decide di prendere un antidolorifico spegnendo quello che è l’”invio del messaggio di uscita dal cervello”, o un antinfiammatorio al fine di interrompere la trasmissione del messaggio dai recettori al Sistema Nervoso Centrale.

    Spesso ciò, per un poco di tempo ci permetterà di non sentire male (anche se diventerà sempre più frequente), fino al punto in cui quel messaggio d “allerta”, di “allarme” continuerà ad essere inviato fino a scolpire una traccia indelebile lungo il suo percorso, facendo sì che il dolore sia sempre con noi. (5 - 6)

Studi Scientifici hanno spiegato come entrambe queste condizioni possano avere la stessa medesima condizione di origine e che siano l’una l’evoluzione della prima.

L’origine di ciò risiede in una probabile lesione del collagene, dai più svariati motivi (sovraccarico funzionale, sovraccarico posturale, sovraccarico strutturale, trauma diretto o indiretto ecc….), il quale genera una cascata di eventi  i quali portano infine allo “Spasmo-Muscolare” e al “dolore” (7).

La più grande differenze tra le due frasi citate in precedenza, resta tuttavia la possibile efficacia di un trattamento:

  • Manuale: riduzione dello spasmo muscolare, stimolazione dei recettori, e applicazione dello stimolo specifico ad ogni tessuto per la sua riparazione. (8 – 9 – 10 – 11 – 12)

  • Esercizio Attivo: ricondizionamento/riprogrammazione dei recettori, riduzione dello spasmo, rinforzo per maggiore stabilità, produzione di endorfine in grado di innalzare ulteriormente la soglia del dolore. (9 – 12 – 13)

Ne consegue che l’efficacia di questi strumenti dipende da quanto la lesione del collagene da cui tutto ha avuto origine diviene profonda e reiterata, nonché da quanto il messaggio di “allerta”/”allarme”, viene scolpito nel Sistema Nervoso Centrale. (4 – 6)

 

Il significato di tutto ciò non risiede nel fatto che ogni qualvolta abbiamo un minimo dolore dobbiamo allarmarci ed andare da Medico, Fisioterapista, osteopata ecc…, ma che qualora con una notte di riposo o con 3 / 5 giorni di tempo, il problema non dovesse risolversi allora potrebbe valere la pena fare una valutazione o chiedere una consulenza di carattere fisioterapico/fisiatrico.

Mirko Luppi

 

                                                        Riferimenti Bibliografici

  1. Hoy DG, Protani M, De R, Buchbinder R. The epidemiology of neck pain. Best Pract Res Clin Rheumatol. 2010 Dec;24(6):783-92.

  2. Henschke N, Kamper SJ, Maher CG. The epidemiology and economic consequences of pain. Mayo Clin Proc. 2015 Jan;90(1):139-47.

  3. Gross AR, Kay T, Hondras M, Goldsmith C, Haines T, Peloso P, et al. Manual therapy for mechanical neck disorders: a systematic review. Man Ther. 2002 Aug;7(3):131-49.

  4. Melzack e Casey - 1968

  5. Modificato da Freeman, M. A., and Wyke, B.: The innervation of the knee joint. An anatomical and histological study in the cat. J. Anat.,101: 505-532, 1967.101505 1967

  6.  (Knutti et al Ther Umsch 1998)

  7. J. Rivard, O. Grimsby, Scientific Physical Therapy Vol 8, No. 5, 1998

  8. Voogt L, de Vries J, Meeus M, Struyf F, Meuffels D, Nijs J. Analgesic effects of manual therapy in patients with musculoskeletal pain: a systematic review. Man Ther. 2015 Apr;20(2):250-6.

  9. Kingston L, Claydon L, Tumilty S. The effects of spinal mobilizations on the sympathetic nervous system: a systematic review. Man Ther. 2014 Aug;19(4):281-7.

  10. Hoy D, March L, Woolf A, Blyth F, Brooks P, Smith E, et al. The global burden of neck pain: estimates from the global burden of disease 2010 study. Ann Rheum Dis. 2014 Jul;73(7):1309-15.

  11. van Ettekoven H, Lucas C. Efficacy of physiotherapy including a craniocervical training programme for tension-type headache; a randomized clinical trial. Cephalalgia. 2006 Aug;26(8):983-91.

  12. Fernandez-de-Las-Penas C, Courtney CA. Clinical reasoning for manual therapy management of tension type and cervicogenic headache. J Man Manip Ther. 2014 Feb;22(1):44-50.

  13. Miller J, Gross A, D'Sylva J, Burnie SJ, Goldsmith CH, Graham N, et al. Manual therapy and exercise for neck pain: A systematic review. Man Ther. 2010 Jun 1.